Francesco: “Riconoscere la voce di Gesù, ci guiderà nella vita”

21/04/2013
 
Francesco

Papa Francesco

Nel corso dell'omelia della messa di ordinazione di dieci nuovi sacerdoti papa Bergoglio ha detto: "Siate pastori e non funzionari"

Giacomo Galeazzi
Roma

Prima di benedirli dalla finestra del Palazzo Apostolico ha interrogato i fedeli come faceva Albino Luciani. E ha esortato a gridare in coro il nome di Gesù. Poi ha portato la mano all'orecchio:"Non vi sento". 100mila persone hanno gremito piazza San Pietro per ascolaltare il Pontefice che poco prima nella basilica vaticana, aveva tracciato l'identikit del buon prete.«Siete pastori, non funzionari! Siete mediatori, non intermediari!», ha invocato Papa Francesco nella Basilica di San Pietro, dove ha conferito l'ordinazione presbiterale a dieci nuovi sacerdoti della diocesi di Roma. «Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della Croce di Cristo», ha ripetuto a ciascuno durante il rito.

Rivolgendosi ai nuovi preti, Francesco ha poi ricordato che esercitando «il ministero della Sacra Dottrina saranno partecipi della missione di Cristo, unico Maestro». «Riconoscete, dunque, ciò che fate – ha aggiunto – imitate ciò che celebrate, perché partecipando al ministero della morte e Resurrezione del Signore, portiate la morte di Cristo nelle vostre membra e camminiate con Lui in novità di vita». Con il Battesimo, è stata la sua riflessione, «aggregherete nuovi fedeli al Popolo di Dio. Con il Sacramento della Penitenza rimetterete i peccati nel nome di Cristo e della Chiesa». Oggi, ha raccomandato il Pontefice, «vi chiedo in nome di Cristo e della Chiesa, per favore, non vi stancate di essere misericordiosi. Con l'olio santo darete sollievo agli infermi e anche agli anziani: non abbiate vergogna di avere tenerezza con gli anziani. Celebrando i sacri riti e innalzando nelle varie ore del giorno la preghiera di lode e di supplica, vi farete voce del Popolo di Dio e dell'umanità intera».

«Consapevoli di essere stati scelti fra gli uomini e costituiti in loro favore per attendere alle cose di Dio – ha continuato sempre rivolto ai nuovi preti – esercitate in letizia e in carità sincera l'opera sacerdotale di Cristo, unicamente intenti a piacere a Dio e non a voi stessi». «Dispensate a tutti – ha chiesto loro – quella Parola di Dio che voi stessi avete ricevuto con gioia. Ricordate le vostre mamme, le vostre nonne, i vostri catechisti, che vi hanno dato la Parola di Dio, la fede. Leggete e meditate assiduamente la Parola del Signore, per credere ciò che avete letto, per insegnare ciò che avete appreso nella fede, vivere ciò che avete insegnato». E ricordate anche, è stata la sua esortazione, «che la Parola di Dio non è proprietà vostra: è Parola di Dio.

E la Chiesa è la custode della Parola di Dio».«Partecipando alla missione di Cristo, Capo e Pastore, in comunione filiale con il vostro vescovo impegnatevi – ha concluso – a unire i fedeli in un'unica famiglia per condurli a Dio Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Abbiate sempre davanti agli occhi l'esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire e per cercare di salvare ciò che era perduto». I 10 nuovi sacerdoti appartengono: quattro al Pontificio Seminario Romano Maggiore, quattro al Collegio Diocesano Redemptoris Mater e due al Seminario degli Oblati del Divino Amore. Concelebravano con il Papa il cardinale vicario, Agostino Vallini, e i vescovi ausiliari della diocesi di Roma. Durante la Messa, Francesco ha pregato il Signore affinché i nuovi sacerdoti adempiano fedelmente al ministero da Lui ricevuto e «con il loro esempio guidino tutti a un'integra condotta di vita». «Mediante la loro predicazione con la grazia dello Spirito Santo», prega ancora Papa Francesco, la parola del Vangelo «fruttifichi nel cuore degli uomini, e raggiunga i confini della terra». «Oggi pomeriggio, a Sondrio, verrà proclamato Beato Don Nicolò Rusca, sacerdote valtellinese vissuto tra i secoli sedicesimo e diciassettesimo. Fu a lungo parroco esemplare a Sondrio e venne ucciso nelle lotte politico-religiose che travagliarono l'Europa in quell'epoca. Lodiamo il Signore per la sua testimonianza», ha detto Francesco. Martire nel 1618 dell'intransigenza dei calvinisti, don Rusca è una figura che però non deve dividere.

«Si tratta – ha spiegato alla Radio Vaticana il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi – di proclamare l'innocenza di un giusto e di ricavare insegnamenti validi di riconciliazione, di rispetto, di fraternità, di amicizia e anche di testimonianza e di collaborazione nell'annuncio del Vangelo oggi. Si tratta di abbattere il muro della reciproca diffidenza per far posto alla casa comune dell'unica famiglia di Dio». Nicolo Rusca, ricorda da parte sua l'emittente della Santa Sede, «difese con fermezza la fede cattolica, ma raccomandò sempre di agire "con carità" verso i fedeli evangelici, insegnando, come ricordano i contemporanei, a non cercare nel confronto la gloria personale, ma la salvezza delle anime».

 
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